Con il dialetto avrete capito che sono una frana, del resto quando ero piccola e provavo a pronunciare una parola dialettale tutti i bambini mi prendevano in giro. Non so come si chiamano precisamente e non riesco a pronunciarli con la giusta forte cadenza, ma queste ciambelle salate di pasta lievitata fritta sono veramente buone. Rappresentano il preludio delle grandi mangiate natalizie e si preparano nel cosentino in occasione della festa dell'Immacolata. Quest'anno mio figlio maggiore mi ha chiesto di preparare anche le "vecchiarelle", non le avevo mai provate e non sapevo cosa fossero, ma ho scoperto che si fanno con lo stesso impasto dei "cullurielli" arricchito dalle acciughe. Il più delle volte per le ricette tradizionali, generalmente tramandate da generazioni, occorre vedere come si fanno, anche perché una volta era già tanto se si trascrivevano solo le dosi. Dal lato materno mi sono state trasmesse le ricette della tradizione veneta e austriaca, non ho conosciuto la nonna paterna e mia suocera non amava cucinare. Mio suocero, cosentino d.o.c. mi portò un bigliettino, che ancora oggi conservo religiosamente, con le dosi per preparare i "cullurielli" ed una sommaria descrizione, ma ho capito che era incompleto, nella ricetta mancava l'acqua, infatti non riuscivo ad aggiungere tutta la farina necessaria. Avevo già pubblicato nel 2012 questa ricetta, ma occorre fare una revisione.
Finalmente sono riuscita, dopo anni di tentativi e l'esperienza acquisita con i lievitati, a prepararli in modo impeccabile, di conseguenza occorre che la trascriva per ricordare e tramandare, magari un giorno la mia nipotina verrà a leggere e replicherà a sua volta questa preparazione. Un mese fa sono diventata nonna di una piccola deliziosa bambina, che emozione! Mai e poi mai avrei immaginato che, dopo i miei figli, anche lei rivoluzionasse così la mia vita!Tesoro della nonna!
Dopo avervi tediato con tutta questa prefazione andiamo alla ricetta!
Cullurielli o cuddrurieddri o cuddruriaddri e vecchiarelle calabresi, ricetta cosentina
DOSI:
1 k di farina
500 g di patate
25 g di lievito di birra o 8 g di lievito secco
45 g di sale
acqua q.b.
2 l di olio di semi di arachidi per friggere
acciughe salate, dissalate e messe sott'olio q.b.
Lessare le patate in una pentola piena di acqua con una manciata di sale, una volta cotte sbucciarle, schiacciarle con lo schiaccia patate in una grande ciotola. pesarle da schiacciate. Se si usa il lievito di birra fresco squagliarlo in poca acqua tiepida ed aggiungerlo alle patate altrimenti inserire il lievito secco. Versare un pochino di acqua alle patate e amalgamarle bene insieme al lievito. Iniziare ad aggiungere la farina poco per volta e l'acqua necessaria per fare incorporare tutta la dose di farina. Rovesciare il composto sulla spianatoia e lavorarlo energicamente fino a quando risulta bello liscio. Lasciarlo riposare coperto con il contenitore per circa 30 minuti. Porzionare il composto e formare tante palline da circa 80 g, sistemarle sulla spianatoia infarinata distanziate tra di loro, coprirle con una tovaglia ed una coperta per far si che lievitino e raddoppino il loro volume.
Quando sono ben lievitate si procede alla frittura. Mettere una pentolona a bordi alti sul fuoco con l'olio e una volta raggiunta la temperatura giusta (io uso uno stecchino per controllare, immergo la punta nell'olio e se sfrigola è pronto, non arrivare mai al punto di fumo, l'olio diventa tossico) iniziare a friggere. Prendere la pallina, con le mani infarinate, farvi un buco al centro, allargarla per dare la forma di ciambella, metterla nell'olio caldo ed allargare il buco inserendo all'interno il manico di un cucchiaio di legno lungo e far girare il culluriello. Friggere non più di due o tre cullurielli per volta. Il fuoco sotto l'olio non deve essere forte altrimenti si bruciano esternamente e restano crudi all'interno. Girarli spesso affinché si cuociano uniformemente.
Per le vecchiarelle invece appiattire una pallina, inserirci un'acciuga intera e chiudere a mò di panzarotto e formare una sorta di salsicciotto, poi friggerle fino a quando sono ben dorate.
Io metto a scolare i cullurielli e le vecchiare in uno scola pasta prima di posizionarli sul piatto da portata.
Spero di essere stata chiara nella descrizione della ricetta, non mi resta che augurare un buon anno ed un grandioso saluto a chiunque legga e replichi questa antica e conviviale preparazione calabrese.
Post scritto da Maria Grazia Trocini (Picetto)
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