Queste ciambelle fritte di pasta lievitata, a base di farina, patate lesse e lievito di birra, in Calabria si preparano il giorno dell'Immacolata.
I cullurielli si possono mangiare sia così al naturale che, come preferisce mio marito, passati nello zucchero. Io li gradisco salati. La ricetta mi è stata regalata da mio suocero, la ha recuperata da un certo
"SIG. DONATO IL MAESTRO DEL CULLURIELLO".
Per il giusto procedimento consiglio di leggere la
versione aggiornata pubblicata il 31 dicembre 2019
DOSI:
1k di farina
500 g di patate
25g di lievito di birra
45g di sale
io ho aggiunto un pizzico di zucchero nel lievito
Mettere un po' di farina sulla spianatoia, aggiungere le patate lesse passate al passa patate, fare la fontana ed aggiungere il lievito di birra con un pizzico di zucchero squagliato in pochissima acqua tiepida. Tutto intorno, lontano dal lievito, inserire il sale. Mischiare il tutto aggiungendo poco per volta la farina (quanta ne riceve). La dose della farina non è tassativa. Dipende dal tipo di patata. Le migliori, per i miei gusti, sono le patate rosse silane. Hanno pasta gialla molto compatta e prendono poca farina. Le patate a pasta gialla normali, invece, prendono maggiori quantità di farina. In ogni caso la patata dev'essere a pasta gialla. Impastare a lungo, dividere l'impasto in tante palline della grandezza di un piccolo mandarino e posizionarle sulla spianatoia infarinata ad una certa distanza una dall'altra, per permettere la lievitazione. Spruzzare le palline con un po' di farina, coprire il tutto con una tovaglia pulita ed una coperta. Lasciare lievitare fino a quando non hanno raddoppiato la propria dimensione.
Mettere sul fuoco una pentola a bordi alti con almeno 1 l di olio d'oliva o di semi di arachidi e lasciarlo riscaldare, appena raggiunta la temperatura adatta per la frittura (mai il punto di fumo), friggere i cullurielli, uno, due per volta, pigliando la pallina, bucandola al centro con un dito, per dare la forma della ciambella e posizionarla nell'olio bollente, con il manico di un cucchiaio di legno, girare nel buco della ciambella mentre inizia a friggere nell'olio per far si che mantenga ed allarghi il buco. Girarli spesso per ottenere una doratura ottimale, toglierli dal fuoco e metterli a perdere olio in uno scolapasta prima di posizionarli nel piatto di portata. Aggiungere sale se necessario.
Ciao
M.G.
Nonostante il fatto io sia calabrese non ho mai sentito parlare di questo piatto! oppure l'interpretazione che si fanno nelle mie parti ha un nome diverso,cioè Zeppole!
RispondiEliminaComplimentoni (:
Ciao Martina,
Eliminagrazie per la tua gradita visita, ho notato che la Calabria offre un'infinità di ricette, in ogni borgo diverse. Questa è una preparazione fondamentalmente salata, un saluto affettuoso
M.G.
sono tipiche della zona di Cosenza!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaNon conoscevo questa preparazione, ti ringrazio per aver arricchito le mie conoscenze. Sono sempre alla ricerca di piatti nuovi e la loro storia.
RispondiEliminaCiao Kamo, questa è una ricetta antichissima, sono contenta che ti sia piaciuta, baci
EliminaM.G.
wow, dalla foto sembrano proprio tipo quelle che ho sempre mangiato anche io!!! Proprio stasera stavo cercando disperatamente in casa la ricetta ma non riesco a trovarla, e ora mi sono imbattuto in quella tua che mi sembra sia simile... non ricordo bene se però in quella che avevo io (e che avevo fatto qualche anno fa) era 1kg di farina e 1kg di patate. Per sicurezza provo la tua :)
RispondiEliminaGrazie
Ciao
Solo ora ho letto il tuo commento e me ne dispiace!
EliminaLa quantità di farina, secondo me, varia a seconda del tipo di patate, se sono acquose ce ne vuole di più, gli antichi dicevano: "quanta se ne prende".
Benvenuto sul mio blog, saluti
M.G.
Grazie proverò anche questa ricetta mi ispira
RispondiEliminaGrazie a te per la visita, un grandioso saluto
EliminaM.G.
Ciao cosi li chiamiamo anche nel mio paese "I cullurialli" se ne fanno in gran quantità nel periodo natalizio e in tante occassioni di convivialità, tipo tanti ospiti o nelle sagre del paese e sono tanto tanto buoni, un appunto ti voglio fare mi sembra troppo 45 gr di lievito di birra per 1 kg di farina, io da buona calabrese, al massimo ne uso metà cubetto, basta farli lievitare un po di più ma sono molto più digeribili.
RispondiEliminaGrazie per il tuo prezioso e utilissimo consiglio che condivido pienamente. Questa ricetta mi è stata data tantissimi anni fa e la ho fedelmente trascritta, in ogni caso, generalmente occorre molta più farina. Verrò sul tuo blog, sono sicura che troverò la tua ricetta, sarà sicuramente eccelsa. In cucina non si finisce mai di imparare! Un grandioso saluto
EliminaMaria Grazia